LA PASSOLARA
Prima della casa per la figlia Pina a Calvi Risorta, l’imprenditore Nicolino Iorio ci affidò l’incarico del restauro ed ampliamento del casolare settecentesco ereditato con la vigna e i campi circostanti dalla moglie Vittoria Farzati di Perdifumo nel Cilento.
Anche quest’opera è stata condotta dal committente con lavori in economia che hanno imposto un’estesa progettualità e molte presenze nel cantiere distante da Napoli quasi tre ore di auto.
Il principio di “tematizzare il tema” – al contempo metodo del progetto e strumento critico – qui è incentrato sulla ringhiera, un elemento apparentemente di dettaglio che ha vincolato le misure dei bordi delle terrazze col modulo di 11,2 centimetri scandito dalle aste di ferri quadri 12 x 12 vincolati alla base e alla cimasa in ferri piatti 100 x 12.
Le Corbusier sosteneva che la differenza fra la buona architettura e quella cattiva è una questione di centimetri, in questo caso sono i millimetri ad aver imposto grande esattezza a tutti gli elementi costruttivi.
Per rispettare l’orizzontamento dei bordi, le pendenze delle terrazze sono costanti e il deflusso dell’acqua piovana è assicurato dai canaletti posti sotto le griglie in lamiera forata.
Oltre il consolidamento delle murature in pietra, sono stati sostituiti i solai di castagno, che presentavano diverse travi tarlate, con solai laterocementezi che inoltre hanno incatenato i muri.
Dalle travi integre, con oltre due secoli di stagionatura, sono state segate le tavole per realizzare la scala interna ed il tavolo da pranzo. Lo scavo del garage ha fornito la pietra posta in opera con i giunti a secco secondo la scrittura costruttiva in uso nel Cilento.
La pavimentazione del piazzale e della strada è in tozzetti di pietra lavica.
Due fatti sono sfuggiti alle mie indicazioni: il rosso che avrebbe dovuto saturare le svasature delle feritoie e il bianco che avrebbe dovuto essere un grigio cenere. Comunque sembra che la casa riesca ad esprimere l’energia dei dettagli (benché tendano a scomparire) e, come auspicava Mies van der Rohe, della precisione metrica elevata a fattore estetico.